Home

Politica ed Economia

enrico13.jpg (9186 byte)
Enrico Berlinguer

 

 

Interdipendenza dei problemi dell'umanità
Nuovo assetto ed ordine internazionale. Come può trasformarsi la Cee. Superamento dei blocchi militari.

30 marzo 1979
Dalla relazione al XV Congresso Nazionale del PCI

La causa del disarmo è parte integrante e decisiva delle idealità stesse del movimento operaio fin dal suo sorgere. Rinvigorire questa battaglia, farne il centro di una vasta azione di massaè uno dei compiti essenziali di oggi. Essa caratterizza la capacità di ogni forza sociale e politica di corrispondere alla prima e vitale necessità dell'umanità contemporanea. E' falso infatti che si possa all'infinito vivere sull'equilibrio del terrore; ed è vero, invece, che già oggi il riarmo condanna il mondo a vivere in una condizione di inumana paura.

I comunisti si sono pronunciati e si pronunciano per il graduale superamento della divisione dell'Europa in blocchi militari contrapposti, sulla base di precise garanzie di sicurezza. Questo processo, in un mondo ed in un'Europa la cui pace riposa ancora oggi sull'equilibrio di potenza, può avvenire a condizione che si evitino rotture unilaterali degli attuali equilibri: esse complicherebbero, anziché agevolare, il processo della distensione. Da ciò deriva la necessaria permanenza dell'Italia nell'Alleanza Atlantica, che deve operare a fini esclusivamente difensivi nel preciso ambito geografico per cui è stata creata. L'Italia, all'interno della Nato, non deve rinunciare all'esercizio libero e responsabile della sua autonoma iniziativa, alla lotta contro posizioni oltranziste ed aggressive.

Momento fondamentale della lotta per la pace, per la cooperazione internazionale e per una politica di coesistenza pacifica è sempre più l'azione per la costruzione di un nuovo assetto e ordine internazionale, anche nel campo economico. L'affermazione di nuove "regole" sul mercato mondiale fondate sulla reciprocità degli interessi e l'uguaglianza dei diritti comporta un impegno e un'azione di lungo periodo. Anche per questo può essere decisivo uno schieramento di popoli, di partiti, di Stati. Non si tratta di un'impresa impossibile: ad essa sono vitalmente interessati la grande maggioranza dei paesi del Terzo mondo, il movimento dei non allineati, le classi lavoratrici ed anche importanti settori politici, culturali e scientifici dei paesi capitalisticamente avanzati. A questo processo per la costruzione di un nuovo ordine economico internazionale è essenziale il contributo dell'Unione Sovietica, della Cina, degli altri paesi di tipo socialista.

Questioni urgenti si pongono in questa prospettiva, a tutti i paesi del mondo, nella coscienza della interdipendenza dei problemi dell'umanità. In primo luogo si rende necessaria, per l'impiego delle risorse e dell'energia, una linea generalizzata di lotta agli sprechi. E' egualmente necessario avviare una trattativa unitaria, tra tutti i paesi, sui prezzi delle materie prime, delle produzioni industriali, della tecnologia, per giungere ad una riforma radicale del commercio mondiale ed alla revisione dell'accordo sulle tariffe e sugli scambi. Indispensabile, inoltre, è elaborare un programma alimentare mondiale, anche attraverso la valorizzazione dei nuovi strumenti di intervento, offerti dal fondo internazionale di sviluppo agricolo. (...)

La battaglia per la costruzione di un'Europa unita, per essere vinta, richiede l'intervento attivo della classe operaia, della sua iniziativa politica, dei suoi rapporti con le istituzioni comunitarie. Senza la partecipazione convinta della classe operaia e dei suoi partiti, non si potrà certo creare l'Europa dei popoli e dei lavoratori, e si lascerà campo libero all'azione dei gruppi capitalistici e delle multinazionali.

 

30 marzo 1979

Home

Politica ed Economia